sabato 6 luglio 2013

#014 - La fotografia del territorio


© fotografia di Maurizio Leoni

Nella sua corsa frenetica l’uomo divora il mondo attorno a sé e la realtà in continua mutazione appare come un palcoscenico multiforme in costante evoluzione.
Il tempo vola e lo spazio attorno a noi si trasforma velocemente senza lasciare traccia di quello che è stato.
Il paesaggio insomma cambia nel tempo e troppo spesso si è portati a dimenticare e a rimuovere le immagini del nostro passato senza comprendere quelle del presente.
Fortunatamente esiste “la fotografia” che permette di documentare e conservare visivamente la realtà attraverso una sorta di catalogazione che può diventare racconto storico e strumento di approfondimento sociologico.
Nella sua pur breve storia la fotografia si è fatta apprezzare come efficace veicolo di documentazione, testimonianza e memoria fino a divenire strumento di interpretazione e analisi delle trasformazioni del territorio.
Ci sono esempi celebri in Italia e nel Mondo legati soprattutto a committenze pubbliche come:
-         La Farm Security Administration (1935);
-         La Mission photographique de la Datar  (1983);
-         L’Archivio dello spazio / Provincia di Milano (1987);
-         L’Observatoire photographique national du paysage (1989);
-         Linea di confine / Comune di Rubiera (1990);
-         Lodigiano. Immagini dal territorio / Provincia di Lodi (1996);
-         Rimini Atlas / Provincia di Rimini (2006).
Le campagne fotografiche sono state realizzate da singoli autori o gruppi di fotografi opportunamente selezionati per le loro capacità espressive e hanno comportato la realizzazione di un’ampia quantità di immagini che rappresentano un patrimonio di grande valore storico e culturale.
Questi archivi una volta formati possono essere utilizzati in diversi modi:
-         come strumento di indagine e analisi del territorio per la comprensione del paesaggio contemporaneo a fini pianificatori;
-         in maniera scientifica e sistematica per la catalogazione dei “beni architettonici e ambientali”;
-         come strumento di documentazione e conoscenza da utilizzare per la  formazione di una nuova coscienza collettiva di tutela e salvaguardia del territorio e del paesaggio;
-         al fine di documentare nel tempo la realtà come racconto storico, sociologico ed etno-antropologico;
-         come strumento di promozione turistica e culturale del territorio.
Il nostro bel Paese avrebbe un gran bisogno di questo tipo di indagini che nei casi più fortunati sono lasciati all’iniziativa dei singoli mentre per carenza di sensibilità e/o scarsità di fondi le pubbliche amministrazioni investono sempre meno in operazioni di questo tipo.
In controtendenza la Regione Umbria ha deciso di affidare ad una grande firma della fotografia internazionale (Steve McCurry) l’incarico di realizzare un lavoro per promuovere e documentare il nostro meraviglioso territorio ricco di storia, di cultura e di tradizioni.
Qualcosa ho intravisto.
Sono curioso di vedere il resto.

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